Riti

Per noi era una specie di rito.

Tutte le mattine, con la macchina che faticava a scaldarsi e mia madre china sul vetro con il rompighiaccio alla mano.

Mi chiedevo quando sarebbe toccato a me.

Quando anch'io avrei dovuto guidare,che cosa strana, anche solo pensarla.

Per noi era un rito.

Noi tre e un elefantino, tutte le mattine immerse nella nebbia e nel gelo di Parma.

Odiavo andare al liceo, quel clima mi ha sempre infastidita.

Quei prof che continuavano a dirmi quanto ero peggio degli altri perchè forse non ero figlio di.

Forse ho semplicemente sbagliato scuola.

Perchè non sarò figlia di.

Perchè mia mamma forse non avrà potuto studiare, ma io si.

Perchè i miei si sono fatti da soli, se proprio vogliamo dirlo.

Nessuno ha comprato loro case,macchine o barche.

Ma io non sono figlia di.

Per fortuna.

Perchè il loro esempio forse è la cosa più importante.

Non essere figlio di per riuscire.

Perchè se rischi di cadere dal trapezio senza il filo di sicurezza ti attacchi anche coi denti per non cadere.

Ma la mattina, prima di andare a scuola, c'era il nostro rito.

Una cassetta di Ramazzotti sentita all'infinito.

Le solite quattro canzoni che suonavano a ripetizione.

Fuoco nel Fuoco.

Commenti

  1. Da Molto Lontano si ricambia il Saluto.



    Panta Rei.

    Tutto Cambia, ed a volte anche in Meglio per fortuna.



    Un Abbraccio.

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  2. Nemmeno io sono figlio di e anch'io ho frequentato un liceo dove c'erano tutti figli di. Che tu ci creda o no, anche se c'erano individui che riuscivano a farmi capire cosa significasse essere o meno figli di, con i relativi complessi, io non ho mai pensato di valere meno di loro, e ho avuto più di una soddisfazione nei loro confronti. Fanculo loro e la loro antipatia. Teniamoci stretti, anche nel ricordo, i nostri riti e guardiamo avanti. Avanti, cazzo.

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  3. Quando andavo ancora a scuola e andavo a dormire da mio padre, che abita fuori città, mi ricordo che mi veniva a svegliare sempre un quarto d'ora prima, e io lo odiavo...poi però uscivamo fuori che era ancora buio, lui prendeva un annaffiatoio pieno d'acqua per scongelare il vetro, io mi infilavo nella macchina accesa per far scaldare il motore con le mani sotto alle gambe per riscaldarle...e mentre partivamo, lentamente, sorgeva il sole che si rifletteva sui campi coperti di brina facendoli diventare rossi...uno spettacolo...rendeva bello cominciare le giornate, anche se dovevo svegliarmi un'ora prima del normale...
    cieeeo

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