Memories
Credo nell'incoscienza e nei suoi errori.
Credo che alla maggior parte degli errori è impossibile rimediare se non creandone altri.
Credo che certe cose si perdano per sempre.
Credo che la fiducia sia un premio ambito,avere fede una fortuna.
Credo nei cambiamenti,nelle rivoluzioni, nei movimenti.
Credo che l'importante sia credere.
Credo che,a volte, è meglio avere le mani legate.
Credo nella paura e nella morte.
Credo nella paura della morte.
Credo che puoi illuderti che tutto vada bene.
Credo che alla fine, quando ti sei addormentata su quel lettino, avrebbe potuto essere l'ultima volta.
Credo che se solo avessi potuto, saresti fuggita.
Credo,ne sono sicura, che avevi giurato a te stessa che non sarebbe più successo.
Credo che,invece,ci sei cascata di nuovo.
Credo che la maturità stia nella coerenza, nel sapere cosa dire e quando dirlo, nel sapere dire di no.
Credo nell'amicizia e nell'amore.
Credo nell'amore per l'amicizia e dell'amicizia in amore.
Credo di non avere mai saputo la differenza,credo.
Credo in mia nonna, che non ha mai creduto, che ha voluto andarsene un capodanno, in silenzio e senza fretta, nel suo letto di una vita, che della guerra si ricordava degli americani solo per la cioccolata, che preparava pane e pomodoro ai nipoti per non averlo mai fatto ai figli.
Credo in lei, una donna dura, che poco mancava che portasse i pantaloni, che andava a raccogliere le olive in campagna e da piccola pigiava l'uva con un fazzoletto di stoffa in testa per il sole, che ormai,quelle poche volte che la vedeva, cedeva sempre il suo letto matrimoniale alla figlia e al marito, e dormiva in una stanzetta spoglia sul retro. Perchè lei aveva già capito che solo quando si prova di tutto si può capire ciò che è importante davvero. Credo nel suo negozio di calze, di quante volte si accontentava di un semplice pagherò. Credo in lei e in quattro bambini che giocavano a nascondino in casa sua, che improvvisavano cacce al tesoro fra montagne di mutande e reggiseni che non avrebbero mai indossato e che giocavano a fare i grandi con la cassa in ferro. Credo in loro e in tutte le volte che correvano a perdifiato all'edicola dietro l'angolo a comprare topolino,le figurine di Aladin, le fionde e le girandole di plastica. Credo nelle merende a mezzogiorno, del fornaio che regalava sempre qualcosa e del barista che a volte non si faceva pagare niente perchè la nonna è la nonna. Credo in quel paesino di collina, un su e giù di strade,panifici e villette con le aiuole verdi e la fontana al centro. Credo in quella volta che un motorino stava per investirmi, che non è successo e che quando mia nonna è corsa in strada verso di me aveva gli occhi lucidi. Promise di non dire niente alla mamma, se avessi fatto più attenzione, e io, da quel giorno, non attraverso più la strada senza prima guardare. Credo in un incrocio fra un pastore tedesco e un husky, l'ultimo componente del quintetto e che una volta si era azzuffato in piazza con un altro cane, ricordo come due bambine erano rimaste ferme attonite,terrorizzate, senza sapere cosa fare. Credo nelle gite al mare la domenica mattina, di come, quando tornavamo, la nonna era sempre seduta sull'uscio, su quella sua sediolina di legno vecchio. Credo in quelle giornate in cui c'era sempre il sole, e l'odore dei fiori si mischiava a quello forte della pescheria, la nonna si faceva passare la verdura dal balcone e faceva portare a noi i soldi al signore della bancarella.
E ora che tutto è cambiato, che non ci sono più ne negozi di calze ne piatti di pane e pomodoro è difficile tornare in quella casa, che sarebbe irriconoscibile se non fosse per la posizione, e non rimpiangere quella donna un pò bassa e coi capelli grigi che ci regalava di nascosto le mille lire per andare a comprare le caramelle.
eheh oddio non è propriamente cosi..intendevo tante cose era un appunto più per me che per gli altri:) difficile da spiegare prima si dava più retta all'istinto e si era umpò più egoisti e meno riflessivi e sopratutto meno arrendevoli e a volte vorrei tornare a essere più cosi.. :)
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