Cocktail

Presente,passato e futuro si sono condensati e shekerati di loro spontanea,o quasi, iniziativa e hanno pensato bene di organizzare una festa in maschera.

C'era il presente, carico come un mulo da soma, ormai quasi non regge più,tra libri, palestre,ginnasticachesifa,ginnasticachenonsifa,due aperitivi, cinque bottiglie di vino, malditesta,maldipancia, malditutto. E poi c'è la facoltà,sempre lì,a litigare con i logaritmi e improbabili soluzioni. Ho perso qualcuno durante il percorso,un amico, forse più, forse meno, molto meno.

Non ci si comporta così. O sì?

E nel frattempo ho ricevuto un invito al primo incontro di comunione e liberazione, sono davvero onorata, davvero onorata, ma ho la febbre e non potrò venire,no,no.

Dulcis in fundo, la febbre e un commento fantastico a riguardo. Ti vedo un pò sbattuta. Ma solo un pò.

Il passato, nel frattempo, ha bussato alla porta, o meglio, io ho bussato. Ho sfondato una porta da cui alla fine sbirciavo da mesi. Non so se ho fatto bene, non so se ho fatto male. Ma ho capito che forse non è ancora il momento giusto,forse non lo sarà mai, ma forse non ha neanche così tanta importanza che arrivi o no. Forse l'importante è rassegnarsi,il passato è passato. E probabilmente per andare avanti è necessario evitare di sporcare i ricordi il più possibile. Perchè sono i bei ricordi a reggere le fondamenta.Proprio così.

E domani ho un appuntamento con un trapassato remoto, un trapassato, si può?

Ma è pur sempre una storia a cui bisogna dare una fine, un futuro tutto suo,forse.

Commenti

  1. a premere tasti dici. Una volta mi sono chiesto quanto contano la volontà delle persone e il puro caso nel far succedere certe cose. Certo che se c'è la volontà anche il caso sembra non più tanto caso ma non sempre va così... Eppure mi piacerebbe reincontrare la mia burattinaia. Mi capitò due volte di stare al semaforo aspettando il verde mentre lei mi attraversava per caso la strada. Chissà se mi ha visto e avrà fatto finta di niente. una volta stavo per entrare in una copisteria, lei era dall'altro lato della strada, proseguiva guardando avanti, non so se mi vide, forse si, io la guardai per un tratto. avrei voluto chiamarla, gridare il suo nome, "Costanza", chiederle come stava, informarmi sul lavoro ma non lo feci. Entrai in copisteria per uscire subito dopo e guardarla mentre si allontanava con il capo chino e il passo più veloce... Dopo la sua tesi sulla burattinoterapia lavorava assiduamente in ospedale con i bambini malati, e non erano semplici malati, molti di loro erano destinati a morire. Lei ci stava male tra quella sofferenza, ma non finiva mai di stupirmi per la forza che riusciva a trovare nel fare quello che faceva. Era semplicemente una persona meravigliosa e l'ho persa così, senza fare nulla, senza mai più una telefonata dopo che tutto finì.

    Mi ricordai di un suo burattino, il coniglio piscione, che usai io per aiutarla in un suo spettacolino. Il coniglio stava con un matterello in mano e lo dava in testa ad Alice che sproloquiava istericamente. Lo spettacolo finiva con il coniglio che dalla paura faceva la pipì e tutto il pubblico veniva schizzato con l'acqua...

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