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Alzi gli occhi al cielo e osservi le stelle, ascolti ciò che ti vogliono raccontare, sussurri loro un saluto e un segreto e ridi. Ridi per una battuta, un sorriso, una carezza. Sei felice, si, perchè c'è l'atmosfera giusta, perchè sei tu, perchè siamo noi, perchè ci piace sia così. Sento ancora il fastidio del vento sul viso, giù, per una discesa senza fine. E il mare, un mare freddo, un mare da tenere a distanza, da temere, alle volte, un mare che accoglie, che scalda, che unisce, se capita. C'è chi mi ha visto piangere per una sciocchezza seria, per il timore d'aver deluso, per il non essere stata all'altezza della situazione, che ha riso di me con dolcezza e mi ha stretto la mano. Ricordo chiacchere allegre fra il pubblico di partite di pallone improvvisate, ricordo i gol e i giocatori, l'esultanza e le ragazze pon pon. Mi sono districata a fatica fra dialetti incomprensibili e stranieri in patria, ho sfiorato la gelosia e sguazzato nell'insicurezza. Ho capito la differenza fra il lei e il tu senza riuscire a correggere l'errore. Ho vissuto senza carne e non ne ho sentito la mancanza. Ho compreso che forse il sette non è il numero perfetto ma che ci va vicino. Ho maledetto la luce e benedetto la notte, ascoltato il silenzio e accarezzato la solitudine. Ho sfiorato qualcuno nel buio e l'ho stretto al mio petto con forza perchè non scappasse. Ho detto addio con la consapevolezza che fosse un arrivederci, ho cantato, ballato, esagerato fino alla follia e all'eccesso. Ho amato, pianto e sbeffeggiato. E sono di nuovo qui, ancora qui, a sognare.

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