Mi hanno detto di cambiare
Cambiare stile, nello specifico, perchè no. E ora, di un cambiamento, ce ne sarebbe proprio bisogno. Un cambiamento di mentalità, di atteggiamenti, di intenti, di propositi. Un cambiamento. Che stranezza, non appena mia madre è arrivata con quella sua smorfia perplessa e ansiosa, l'ho capito subito, subito, che era successo qualcosa. Quell'espressione mi ha fatto paura, perchè, si sa, mia madre si preoccupa per nulla. E' come se fosse una punizione. E' come se il destino, il caso, la fatalità, non concedesse d'essere, non dico felici, ma almeno sereni senza inserire qualche problema, qualche difetto, qualche dramma. Si, qualcuno mi dirà che senza le preoccupazioni la vita non è degna d'essere vissuta, ne sono consapevole, è una delle ipotesi che compaiono nella mia filosofia mai scritta. E' una semplice consolazione, patetica. Perchè tutti noi, io per prima, desidero essere felice, è il luogo comune principe della società, della razionalità, del nostro essere uomo. Sono una persona lunatica, incostante, incoerente. Ieri ero ciò che si definisce una stupida. Avete presente quelle persone che non fanno altro che ridere? Si? Ecco, io, per una giornata, ero parte di quell'esercito sereno. L'innocenza e l'ignoranza, la semplicità e la stupidità sono un'ottima cura, un'ottima distrazione, un sollazzo e una liberazione. Non sono una persona intelligente, non sono una persona interessante. Se lo fossi riuscirei ad analizzare questa situazione con lucidità, a tracciare i pro e i contro, a definire qualcosa di sicuro, di certo, magari senza fasciarmi la testa prima del tempo, asciugare le lacrime e aspettare, sperare, nelle analisi. Ma, in questo istante, ho bisogno di un abbraccio, di qualcuno che mi stringa a sè e mi sorrega, mi sorrega e basta, per qualche minuto, il tempo di ritrovare l'equilibrio, il tempo di ricominciare a camminare, a testa alta, con i miei occhi gialli e qualche ferita in più nel petto. Non è necessario mi ami. Mi basta che mi stringa a sè, che mi faccia capire che esiste qualcosa per cui continuare a combattere, a correre controvento. E' uno sfogo, un semplice sfogo, per non esplodere, perchè questa tastiera anonima mi permette di sentirmi libera, di sentirmi vuota, senza pensieri.
paradossalmente più si sa e più si soffre. invece l'ignoranza è felicità.
RispondiEliminasottoscrivo.in pieno.
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