145'

Centoquarantacinque minuti di ritardo. Centoquarantacinquecentoquarantacinque minuti di ritardo e tre treni fantasma. Non uno, non due, tre, anzi, tre e mezzo, come le ore per fare un esame. Da Bologna non si parte, la domenica sera, è una stazione fantasma, i treni non ci sono, forse non ci sono neppure mai stati. E io lì, sola, a ridere di una follia senza nome. La difficoltà accomuna e rende solidali, l'avere un nemico comune unisce e amalgama l'impasto. Siamo tutti sulla stessa barca. E c'è chi offre sigarette, chi mi tiene il posto e chi spera nel lieto fine. C'è chi offre da bere dal treno affianco.

- Vuoi?

-Grazie, dove vai?

-Firenze.

-Noi Milano.

-Partiremo, prima o poi?

-Non credo. Andiamo in bicicletta?


Si, dai, andiamo in bicicletta. Pedalapedalapedala. E non ti fermare. Pedalapedalapedala. Perchè c'è l'hai fatta, perchè non era poi tutto così nero. E perchè certe cose sono davvero imperdibili. Pedalapedalapedala. Sgranchisci la mente e distendi i nervi.

Commenti

  1. oddio che carino questo blog!!! ^^

    ke bellissimooo

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  2. Davvero! Sembrava di essere catapultati dentro ad un film di Muccino! :0)

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  3. In un modo o nell'altro l'importante e' partire per arrivare!



    :)

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  4. Mi ricorda molto il mio periodo fatto di treni, partenze, ritardi, scongiuri.

    Quando il treno non arrivava o non partiva nasceva una sorta di complicita' fra i passeggeri.

    Ecco allora che non si era piu' chiusi e scontrosi, ma si parlava, ci si chiedeva...come dire: non tutto il male, vien per nuocere ;-)

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