Altro che l'america

Circolare, sempre in circolo, sempre di fretta, sempre di corsa, ad inseguire l'inizio del cerchio. Fa ridere, ma si torna sempre al punto di partenza, sempre, sempre, sempre. Si corre, si cade, e si corre, ancora, sempre, è un circolo vizioso. Lo si accetta, non si ha scelta, con un sorriso o un pugno nell'occhio, a seconda della preferenza. Un circolo, un cerchio, tutto si ripete, tutto si ripeterà, sempre, fa ridere. Ed è una liberazione ridere di questa situazione, angosciante, inquietante, per certi versi. Sono una veggente, una maga, un' indovina, so tutto. So che posso decidere di spostare il cerchio, il centro, il baricentro di tutto con un soffio, una risata infantile o uno sguardo. Mi sento grande, potente, e forse anche un po pazza. Ma la felicità è follia, l'amore una malezione e il dolore un sollazzo. Fa ridere, io adoro vivere così, però. E ieri ho visto dei ragazzi sputare in faccia al mondo, a tutto quello che, a tutto quello che non gira come girano loro. Con uno sputo, stracci di parole e di vestiti hanno detto No. Ieri ho visto una piccola bimba farsi forte, tirare fuori le palle e mandare a 'fanculo chi l'ha fatta soffrire, chi l'ha fatta piangere, chi le ha fatto credere di non essere importante, speciale, così bella e insicura, così dolce e splendida, nelle sue vittorie e nelle sue sconfitte, sempre pronta a pestare i piedi in terra, piccola e rossa com'è.