Il vuoto, la tensione, l'incertezza, l'ansia da prestazione, anche se, detto così, suona più di doppio senso che altro. Il dubbio amletico è: il muro è più duro di me? Ho evitato di sperimentare sulla mia pelle quest'ipotesi, ne avrebbe nociuto la mia salute, forse anche troppo. E ora riesco di nuovo a sentire il mio corpo, ogni respiro, ogni muscolo, ogni tendine in movimento. E mi sento bene. Quaranta, vasche, si migliora e si migliorerà, forse. Un messaggio da Roma, un caffè, una corsa sfrenata. E ci si ferma di nuovo, sulle scale, il sole che ci sfiora appena, quasi non volesse rompere un armonico quadretto giapponese. Due ragazze, due origami, due farfalle rosa pesco che sanno di primavera. E di nuovo si corre, fra cappotti venuti fuori dal passato, fra un hippie e un altro, e via, ancora, in macchina con i poeti e i pazzi. E via, di nuovo, senza freno, non esiste, almeno per me.
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