Una tavola rotonda, tre libri, tre dizionari, quattro tazze di thè, due biscotti e quattro menti. Due risate e una decina di parole, una televisione, una canzone ogni istante. Ogni istante un'idea, ogni istante la negazione di quell'idea. Dialogo, dibattito, odore di pagine sfogliate, consumate fino all'ultima fibra. E prima trovare, verificare limiti, superare, i limiti, e imporre nuovi, limiti. E si vede, si capisce, si piange e ci si scatena. Ci si rende conto che esiste una cattiveria gratuita, che qualcuno fa determinate cose solo per il gusto di ridere e di far soffrire determinate persone, che, per altro, li hanno sempre aiutati, sempre e comunque, senza pregiudizi. Ho pianto nel veder star male Lui. Avevo voglia di sputare, di litigare, di far capire a Loro che tutte le loro parole sono meno vere di una sua lacrima.   

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