Anonima Gattaia

Da piccola avevo tanti gatti, davvero tanti. Una decina, fra gatti, gatte e micini occasionali. Erano la mia passione, e, ammetto, anche il mio gioco preferito. Per loro, e in particolare per Lulù, una micina tutta nera, era una vera tortura. La inseguivo, braccavo, sfiancavo senza sosta, e lei, alla fine, si rassegnava alla resa. Ricordo le sere d'estate passate accoccolata sul muretto di casa, a guardare il tramonto, con qualche coccola e carezza per Lulù e un sorriso così, infantile, ebete. Lulù ora non c'è più. Se n'è andata con Lady D, la stessa notte, sullo stesso cemento. Io, Lulù, non l'ho mai scordata. A volte si, sono stata crudele con lei, ma non l'ho scordata. Lei era la mia Lulù, la fedele compagna di tante sere. Non ho più guardato il tramonto, da quel giorno, non da quel muro, non da quella posizione, non era più lo stesso, senza la mia Lulù, così splendida, tutta nera com'era.