Brucia ancora

Che prima o poi ritornerò. Conservo di nascosto sempre lo stesso smalto. C'è chi balla, stamattina, da solo e in coppia. I passi a due, per me, sono assurdi. Alla fine è solo una nomea il ballare in coppia. Si balla da soli, si imparano i passi a memoria, i tuoi, di passi, e il tuo compagno fa lo stesso, e poi, per caso, ti ritrovi con la tua mano nella sua, l'altra sul tuo sedere e inizi a pensare che c'è qualcosa che non va. Perchè qualcosa che non va, c'è sempre. Nella migliore delle ipotesi avrai pestato il piede al tuo gentile cavaliere.Succede, capita, ti scusi e riprendi a muovere i piedi, il corpo, a scuotere i capelli, a ballare, sola, ma con lui. E mentre c'è chi balla fino ad ansimare, ad appoggiarsi stremato a un muro per non cadere, per non cedere, per non fermarsi mai, in un atteggiamento da testarda trottola, io canto. Qualche stecca, qualche acuto immaginario, qualche sorriso spontaneo. Io canto, canto di due ore per una pizza, di un amore comparso in diretta, un amore di mani che si sfiorano, timide, ancora incapaci di trovarsi al primo tentativo. Canto di tenerezza e forse anche di invidia, canto di una promessa scritta fra le righe e di un rapporto dalle sfumature incerte. Canto di Sybil Vane e del suo Principe Azzurro. Canto della sua innocenza e del suo abbandono all'emozione.